LA STORIA FINTA,CADIOLI. RIASSUNTO

Continuiamo con la fine del primo capitolo e l’inizio del secondo. Buona lettura!

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GLI EFFETTI DEI ROMANZI COME L’ORTIS: L’Ortis fu additato di non essere un romanzo “per tutti” per il dubbio che non tutti avessero la forza di non essere corrotti moralmente o di apprendere il significato profondo, tra cui la vena politica. I personaggi sembrano troppo perfetti e potenti delle loro passioni bollenti, tanto che o si riconosce la loro falsità ma comunque la verità delle loro forti passioni, o i meno intelligenti rimangano così affascinati dalla loro grandezza da imitarli riducendosi a non sentire e a fingere di sentire.

Foscolo però precisa che vuole persuadere in modo positivo.

I lettori di Foscolo sono ora i giovani e le donne, ora anche protagonisti della letteratura romanza.

Foscolo analizzerà anche il romanzo che diventa corrotto, spersonalizzato, il romanzo che entra in crisi perché non è di identificazione. Foscolo disse che le persone, accortesi dell’inganno dei romanzi, li deride e ne deride l’artefice.

 

CAPITOLO 2

 

De Coureil, nell’800, analizzava, sull’onda dei pensieri che riguardavano il romanzo, la funzione di questo e quale fosse la sua più giusta lettura nel contesto storico e sociale. Pensava che fosse un guaio chi studiava gli uomini attraverso la storia, bensì fosse nel giusto chi leggeva i romanzi in cui fossero presentate anche le virtù morali, quelle che fanno parte della contrapposizione vita privata / vita pubblica. Non per questo, sostenne il traduttore e autore di libelli polemici, elogiava chi ingannava il lettore descrivendo eventi e uomini diversi per dare un’idea diversa della società.

L’ideale è , ancora una volta, il romanzo contemporaneo (novel) nei personaggi del quale il lettori possono identificarsi o trovare occasioni di confronto.

“Solamente il vero è amabile, solamente il vero è interessante”.

Il romanzo, però, doveva presentare una lingua “media” così come medio era il lettore. Così osservò anche Berchet, che analizza questo elemento teorico nel suo commiato in modo interessante, e che giustifica alcune sue scelte in tema di traduzione, introducendo lui stesso elementi ed effetti che nel testo originale non ci sono.

 

PER UN LIBRO TUTTO ITALIANO: Berchet, citando Foscolo, sottolinea quanto questo sia stato importante nel panorama letterario a cavallo del primo decennio su tre piani: psicologico-etico, ideologico, artistico. Molti giovani romantici furono colpiti dalle sue opere, l’Ortis e Dei Sepolcri. Alcuni tra giornalisti e avvocati lo definirono un “dotto di cui non si dimentica”.

Nel modo di sentire di Foscolo c’era una sensibilità ce leggeva e esigenze e le aspirazioni di una società politicamente non libera e che ha l’acuta coscienza di un decadimento nazione e della necessità di risorgimento. Nel dettaglio: se i primi romanzieri non escludevano il contatto con la vecchia tradizione letteraria, diverso era per i nuovi che avevano bisogno di tutte situazioni che fossero nuove, di un rinnovamento generale. Infatti, alle convinzioni ideali suggerite da Foscolo, i romantici milanesi aggiungono la consapevolezza dell’importanza di appartenere a una “borghesia colta” per la quale è fondamentale una concezione strumentale della letteratura considerata in funzione della rinascita etica, culturale e politica della nazione, del suo incivilimento.

Tutti compivano una battaglia per la trasformazione della letteratura italiana.

Alcuni degli esponenti furono Breme, Pellico, Borsieri.

Questi volevano realizzare, nel 1816, un giornale che promuovesse i lumi.

E’ questa la base del romanticismo italiano letterario, che citano gli esponenti della nuova cultura oltre le alpi ma allo stesso tempo rivendicano il carattere illuminista della propria immagine. Occorre diffondere i lumi attraverso una letteratura impegnata sul piano filosofico e in grado di propagare le virtù sociali.

I “Manifesti romantici” furono: “Intorno all’ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani” di Breme, “Sul Cacciatore feroce e sulla Eleonora di Goffredo Augusto Burger…” di Berchet, “Avventure letterarie di un giorno o consigli di un galantuomo ai vari scrittori” di Borsieri.

Attraverso la letteratura, i romantici degli inizi volevano rinnovare la società.

I romantici italiani ritenevano che la letteratura era la più inutile delle arti se non aveva come scopo quello di scaldare il cuore della nazione dove veniva coltivata, ispirando un nuovo entusiasmo non solo la bellezza del verseggiare. E questa opinione era ridicola per chi sosteneva che la letteratura non fosse altro che un “balocco con cui divertirsi”.

Non importa, tuttavia, che i romantici sia arrivati magari in leggero ritardo rispetto al resto d’Europa. Come disse Spinazzola “L’importante è l’aver impostato il problema di creare un nuovo ideale umano cui far corrispondere un nuovo ideale di poesia.

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